Cappella degli Scrovegni

Il ciclo di Cappella degli Scrovegni, realizzato fra il 1303 e il 1305, è il capolavoro ad affresco di Giotto meglio conservato al mondo e costituisce la massima espressione del genio creativo dell’artista, che in nessun altro luogo genererà un’opera d’arte di così alto pregio.

Nell’ambito del sito seriale “I cicli affrescati del XIV secolo di Padova”, Cappella degli Scrovegni è il luogo in cui Giotto porterà a compimento le prime rivoluzionarie rappresentazioni dello spazio in prospettiva e approfondirà la rappresentazione delle indagini sugli stati d’animo dell’uomo, resi con realismo e sensibilità straordinari. Non si tratta solo di aspetti formali, ma di un modo differente di concepire la pittura, un cambio di visione epocale che segnerà un rinnovamento profondo nell’arte occidentale.

La ricerca sulla spazialità di Giotto – che anticipa di oltre cent’anni la teorizzazione della prospettiva di Leon Battista Alberti – si riscontra in tutta la pittura della Cappella con visione tecnica ancora empirica e intuitiva.

La Cappella degli Scrovegni rappresenta una novità anche per la tipologia della committenza, borghese, privata e laica, del banchiere Enrico Scrovegni, nonché per la ricerca sulla resa delle emozioni umane, il realismo con cui vengono rappresentati piante e animali, architetture, oggetti e tessuti che ci consegnano un’idea fedele di come doveva svolgersi la vita degli uomini nel Trecento. Con Giotto, inoltre, inizia un altro nuovo straordinario percorso, quello dell’attualizzazione e “laicizzazione” della storia sacra all’interno delle rappresentazioni artistiche, un percorso che continuerà e raggiungerà il suo pieno sviluppo negli altri cicli pittorici padovani del Trecento.