Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo degli Eremitani

La chiesa dei Santi Filippo e Giacomo degli Eremitani documenta l’elaborazione dell’arte di Giotto da parte di Guariento di Arpo e Giusto de’ Menabuoi, in un arco cronologico che si estende dagli anni trenta agli anni settanta del secolo XIV. Essa, quindi, nell’ambito del sito “I cicli affrescati del XIV secolo di Padova”, rappresenta una vera e propria pagina di storia della pittura murale padovana del Trecento.

Le ricerche spaziali compiute da Guariento nella Cappella maggiore nelle Storie dei Santi Filippo, Giacomo e Agostino, dipinte intorno al 1360, testimoniano il preciso studio dell’artista per la resa delle architetture, più complesse e articolate rispetto a quelle presenti nel ciclo di Giotto, con un’attenzione al particolare che conferisce al ciclo un nuovo effetto scenografico. Una decina d’anni dopo, nella Gloria di Sant’Agostino con le Virtù e le Arti liberali nella Cappella Cortellieri, Giusto de’ Menabuoi orienta invece le proprie ricerche sul colore, che diviene elemento determinante nel creare la spazialità degli ambienti e la volumetria nelle figure, seguendo un aspetto a lui più affine della lezione giottesca.

Le opere affrescate della chiesa degli Eremitani furono commissionate da alcune famiglie dell’aristocrazia padovana, legate alla Signoria dei Carraresi, con l’intento di ottenere delle cappelle private decorate e quindi riconoscibili all’interno di un edificio di culto pubblico. Un aspetto assolutamente innovativo e peculiare della chiesa degli Eremitani nell’ambito del sito “I cicli affrescati del XIV secolo di Padova” è la straordinaria presenza di una committenza femminile, quella della nobildonna Traversina Cortellieri a Giusto de’ Menabuoi per la cappella dedicata al figlio Tebaldo, cui seguirà, pochi anni dopo, quella di Fina Buzzaccarini per la decorazione del Battistero della Cattedrale al medesimo artista.