Andrea de Vitis
“Sottile ed elaborata, è la visione interpretativa di Andrea De Vitis (…). Giovandosi dell’accettazione di un sapere e di un fare ereditati dal passato, De Vitis costruisce le proprie interpretazioni eludendo ogni ricetta e ogni modello chitarristico: se proprio volessimo cercargli delle affinità dovremmo sconfinare su territori pianistici. Comunque, tutto quello che il suo suono trasmette non si arresta mai alla categoria del bello e del piacevole, ma punta sempre a tracciare forme disegnate con estrema chiarezza. Questa sua capacità non occupa quindi soltanto l’attimo fuggente, ma si estende su tutto il brano, facendone un piccolo edificio dove ogni oggetto sonoro ha un proprio posto e una precisa funzione in movimento”. (Suonare News, 2020)
Curriculum
La sua intensa attività concertistica lo ha portato ad esibirsi in tutto il mondo come solista in prestigiose sale da concerto e nei festival musicali più importanti (Liszt Academy di Budapest, Grand Theatre a Shanghai, Academy of Music di Cracovia, Royal Academy a Copenhagen, Omni Foundation di San Francisco, The Sheen Theatre a New York, San Pietroburgo State Capella).
Nato a Roma, ha studiato con Oscar Ghiglia, Paolo Pegoraro, Arturo Tallini, Frédéric Zigante, Carlo Marchione, Pavel Steidl, Leonardo De Angelis, Adriano Del Sal.
Andrea De Vitis è considerato uno dei più rilevanti docenti e comunicatori e le sue masterclass o conferenze sono molto richieste nell’ambito di festival ed istituzioni di tutto il mondo (Accademia di Cracovia, Maastricht Conservatorium, California State University, Copenhagen Royal Academy of Music, Accademia di Musica di Bucharest, Staatliche Hochschule Stuttgart, Conservatoire de Lyon, TU University Dublin, Koblenz guitar Festival, Featival de guitarra de Petrer).
Andrea De Vitis é docente presso l’Università Mozarteum di Salisburgo.
La sua ampia discografia include 3 album per Naxos Records: un doppio cd relativo all’integrale della musica per chitarra di Alexandre Tansman (2019), che include la prima registrazione mondiale di alcuni brani inediti del compositore polacco nonché una revisione degli altri brani a seguito del confronto con i manoscritti originali; un cd dedicato alle “Greeting cards” e “Passacaglia omaggio a Roncalli” del compositore Mario Castelnuovo-Tedesco (2023).
“De Vitis restituisce attentamente l’idea originale del compositore, anche nei movimenti considerati da Segovia non idiomatici. Il risultato è sublime. Il suo rispetto per il testo musicale fluisce nell’interpretazione” (American Record Guide).
Il doppio album dedicato alla musica di Alexandre Tansman ha ricevuto una “Chitarra d’oro per il miglior cd” presso il Convegno della Chitarra di Milano ed alcune tracce dell’album sono state utilizzate nella colonna sonora del film “Impetus” di Benjamin Knoebl.
Ha vinto 40 premi in prestigiosi concorsi internazionali.
Tra i più importanti: “Guitar masters” Wroclaw, Iserlohn international competition, Certamen “Julian Arcas” di Almerìa, Forum gitarre Vienna, Concorso internazionale di Gargnano, Guitar Foundation of America, Concorso internazionale “Pittaluga” di Alessandria.
Come riconoscimento dei suoi meriti artistici, ha ricevuto 3 premi “chitarra d’oro” nell’ambito del Convegno Internazionale della Chitarra e una targa dal Senato della Repubblica Italiana.
Molto interessato alla musica contemporanea, Andrea De Vitis ha dato impulso alla creazione di nuovo repertorio per chitarra collaborando costantemente con compositori di tutto il mondo (Inés Badalo, Giorgio Colombo Taccani, Angelo Gilardino, Marco Ramelli, Marco De Biasi, Giacomo Susani, Fernando Maglia).
Sue trascrizioni o edizioni da lui curate sono pubblicate da Productions d’Oz, Hal Leonard, Durand.
Andrea De Vitis dal 2014 è D’Addario Artist e suona chitarre di Walter Verreydt e Hermann Hauser.
“Ascoltando De Vitis viene da pensare che questo chitarrista possiede allo stesso tempo lo scatto e la brillantezza tecnica della giovane età, unita al respiro, al controllo e alla maturità artistica di un interprete con quarant’anni di carriera alle spalle” (C. Zocca, L’Arena)